Industria 4.0, la Rivoluzione Industriale 4.0
Ormai quasi tutti i giorni troviamo un articolo che parla della Rivoluzione Industriale 4.0, e su come essa stia cambiando le nostre abitudini.
Luca de Biase, nel suo libro “Il lavoro del futuro” ci ricorda che all’inizio del ‘900, l’80% delle persone vedeva il lavoro come dover prendere una zappa alle 6 del mattino e ritornare a casa solo per mangiare. Nel secondo dopoguerra, gli occupati in agricoltura erano il 60% della popolazione, vent’anni dopo il 10%, oggi meno del 2%.
Nel giro di un secolo, è scomparso quello che i nostri bisnonni chiamavano lavoro e, anche per gli agricoltori restanti, è radicalmente cambiato il modo di concepire il lavoro.
Se non fosse per il progresso tecnologico, saremmo ancora tutti a lavorare nei campi. C’è chi dice più felici, e chi dice meno… Ma la realtà è solo una, la Rivoluzione Industriale 4.0 è in corso e dobbiamo prenderne atto.
Come stare al passo dell’evoluzione tecnologica
Le idee, le innovazioni e le nuove tecnologie non solo tendono a valorizzare il lavoro dell’uomo, ma sono componenti fondamentale di un’economia più libera. L’internet of things ne è testimone.
Non si può frenare il vento con le mani. Tali innovazioni, stanno determinando il progressivo mutamento di tutta la filiera lavorativa, spingendo allo sviluppo di nuove professioni, a partire dalle tipologia di professionalità e di esperienza richieste dal mercato, sino a giungere alle modalità stesse di svolgimento dell’attività lavorativa.
Tutto questo avrà impatti significativi sull’occupazione, in quanto alcune categorie di lavoratori saranno escluse dal mercato del lavoro poiché i loro servizi non saranno più richiesti; al contrario, saranno necessarie altre e nuove professionalità, che porteranno alla creazione di nuovi posti di lavoro.
La storia dunque si ripete e, l’unica strada possibile è la riqualificazione.
Le chiavi di volta per affrontare tale sfida di rinnovamento saranno costituite da una costante formazione, da grande flessibilità e da sistemi di welfare che consentano ai prestatori di lavoro modalità di svolgimento della loro attività in un’ottica di conciliazione vita-lavoro.
Cambio di paradigma
L’Industria 4.0 è un cambio di paradigma, un modo per portare un po’ di innovazione al interno delle aziende italiane che devono colmare i gap rispetto alle tecnologie disponibili sul mercato. E non vuol dire che bisogna cambiare tutti i macchinari dell’azienda. L’industria 4.0 mette la persona al centro dell’innovazione.
Come racconta Alessandro Pedrazzini sul sole 24 ore, L’Industria 4.0 è un’occasione per valorizzare persone e competenze. Il tema centrale sembra essere quello della riqualificazione. Servono non tanto nuove regole del lavoro, ma un piano per l’alfabetizzazione digitale degli adulti, per aggiornare la forza lavoro.
Il rapporto “The future of the Jobs” dell’ultimo World Economic Forum, spiega che le modifiche dirompenti ai modelli di business avranno un profondo impatto sul panorama occupazione dei prossimi anni…. Il 65% dei bambini che iniziano la scuola elementare adesso, finiranno per fare un lavoro che non esiste ancora.
Lo scenario di lavoro e professionale è in constante evoluzione, i governi e gli individui devono cogliere le opportunità presentate da queste tendenze e qualificarsi per rimanere al passo.
Il cambiamento è in atto e, se gestito nel modo corretto, può rappresentare, un’opportunità enorme. Il vero problema è un altro: il personale presente oggi in azienda possiede competenze non adeguate ai nuovi processi produttivi.
Quali rischi può portare la Rivoluzione Industriale 4.0 e come vengono affrontati
L’impresa 4.0 può portare rischi occupazionali, di conflitto, di tensioni, di bassa inclusione, ma è anche una sfida da afferrare, non solo per incrementare la produttività e l’efficienza, ma per fare in modo che queste siano incentrate sulla valorizzazione delle persone, dei territori e delle competenze.
Dobbiamo interpretare in modo adeguato questo cambiamento, è il momento di capire che per far parte dell’evoluzione industriale 4.0, le persone si devono riqualificare e i datori di lavoro devono essere più flessibili.
Tante aziende in questa ottica stanno dirottando gli sforzi sullo “Smart Working”, sul Wellbeing aziendale, tecniche di benessere psicofisico dei dipendenti e l’ambiente.
Negli Stati Uniti, dove la felicità del dipendente è tutelata a livello legislativo, sempre più aziende introducono la figura del Chief Happiness Officer. Il compito di questa figura è ottenere il benessere dei dipendenti.
Ogni giorno professioni tradizionali che venivano svolte in ufficio diventano realizzabili da remoto grazie alla digitalizzazione dei servizi.
A Milano sono cominciate alcune sperimentazioni per fare in modo che i portieri di condominio possano lavorare da remoto.
In Alaska molte scuole sono dotate della tecnologia tale per cui i professori possono insegnare agli alunni rimanendo a casa. Il luogo dove si trovano è da tutt’altra parte del paese.
Negli Stati Uniti alcuni negozi sono dotati di robot che aiutano il cliente nella scelta dei prodotti e il commesso che lo manovra e interagisce con il cliente lavora a migliaia di chilometri di distanza.
La lista delle professioni che si possono fare da remoto è in continuo aumento….
Le 10 principali abilità per prosperare nella Rivoluzione Industriale 4.0 secondo il WEF
Secondo il report “The future of the Jobs” del World Economic Forum, per sopravvivere alla Rivoluzione Industriale 4.0 le capacità da sviluppare per poter andare avanti in questo cambiamento epocale sono le seguenti:
- Problem Solving
- Critical Thinking
- Creativity
- People Managment
- Coordinating with others
- Emotional Intelligence
- Judment and Decision Making
- Service Organization
- Negotiation
- Cognitive Flexibility